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sabato 27 giugno 2015

Accompagnamento coatto per Berlusconi nell'ambito del processo escort


Accompagnamento coatto per Silvio Berlusconi come testimone a Bari. Lo ha disposto la seconda sezione del Tribunale penale barese dove si sta celebrando il processo contro Gianpaolo Tarantini e altre sei persone, per il presunto giro di escort nelle residenze dell'ex premier. La decisione è stata presa dopo una camera di Consiglio, dato che oggi Berlusconi era stato convocato per la terza volta, senza presentarsi. Gli avvocati della difesa tra cui Francesco Paolo Sisto, avevano peraltro già reso noto che Berlusconi si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, in quanto imputato in un procedimento connesso. 

La nuova udienza è fissata il 10 luglio L'ex imprenditore sanitario Tarantini e gli altri, tra cui il fratello Claudio, sono imputati a vario titolo per favoreggiamento e induzione alla prostituzione, per le ragazze che tra il 2008 e il 2009 partecipavano alle cene e alle feste dell'ex premier nelle sue residenze, da palazzo Grazioli alla villa in Sardegna. Nel corso del processo a Bari sono state in particolare alcune parti civili a insistere per ascoltare Berlusconi, mentre gli stessi Pm hanno più volte affermato di ritenere superflua la sua presenza in udienza. Oggi la decisione del Tribunale che ha fissato al 10 luglio prossimo la data per la nuova udienza. 

Gli avvocati: caso surreale, intervenga il Csm «La decisione del Tribunale di Bari di ritenere non provato l'impedimento del presidente Berlusconi a comparire quale testimone appare davvero surreale», hanno dichiarato i legali di Berlusconi, gli avvocati Niccolò Ghedini e Francesco Paolo Sisto, rilevando che «una decisione così grave dovrà obbligatoriamente essere segnalata al Consiglio Superiore della magistratura per i provvedimenti del caso». In particolare, sottolineano i due legali, «è stata prodotta una lettera autografa attestante l'impegno internazionale a seguito dell'invito con il presidente della Federazione Russa Vladimir Putin nonché una attestazione a firma di un parlamentare, quindi un pubblico ufficiale, l'on.le Valentini e sulla sussistenza dell'incontro nei giorni 25-26-27-28 giugno». Inoltre, «disporre l'accompagnamento coattivo nei confronti di un teste che dichiara di essere disponibile per l'udienza immediatamente successiva appare decisione del tutto contraria alle norme previste dal codice», sottolineano Ghedini e Sisto, secondo i quali «tale accadimento dimostra una volta di più qual è l'atteggiamento nei confronti del presidente Berlusconi che in quel processo è semplicemente un testimone che peraltro ha già annunciato che su indicazione dei suoi difensori si avvarrà della facoltà di non rispondere». (Fonte)

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